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Jakarta, ID
2:46 am, Dic 15, 2024
temperature icon 27°C
light rain
Humidity 72 %
Pressure 1008 mb
Wind 12 mph
Wind Gust Wind Gust: 22 mph
Clouds Clouds: 100%
Visibility Visibility: 10 km
Sunrise Sunrise: 5:33 am
Sunset Sunset: 6:02 pm

 

 

 

INDONESIA

Una chiamata al viaggio più vero e avventuroso. Una terra di tradizioni antiche e di paesaggi sorprendenti che promette di svelare i suoi segreti più nascosti a chi saprà ascoltarla.

 

 

 

 

 

 

Nome ufficiale: Republik Indonesia
Sigla nazionale: PHL
Forma di governo: Repubblica Presidenziale
Divisione amministrativa:
35 Province, 1 Regione speciale, 1 Provincia autonoma, 1 Distretto
Capitale: Jakarta (11.300.000 abitanti);
Nusantara (Kalimantan) è stata designata come nuova capitale dal 2024
Superficie: 1.826.440 kmq; 17.508 isole di cui 7.000 abitate
Popolazione: 282 milioni ab.
Densità: 154 ab. per kmq
Lingua: Bahasa Indonesia (ufficiale), molti dialetti tra cui il più parlato è il javanese
Etnie: Javanesi (40,6%), Sundanesi (15%), Maduresi (3,3%), Minangkabau (2,7%), Betawi (2,4%), Bugis (2,4%), Banten (2%), Banjar (1,7%), altri (29,9%)
Religione: Islam (87%), Cristiana (9%), Buddhista (3%), Induista (1%) Documenti: necessari il passaporto in corso di validità e il visto.
Valuta: Rupia indonesiana, IDR.

 

SCENARI

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Pietro Tarallo

Oltre 70 anni fa ho iniziato a viaggiare. Un viaggio lungo tutta la mia vita che continua ancora oggi. Inseguendo il mio karma e le mie
passioni: scoprire e conoscere il mondo. Karma che mi ha portato anche a scrivere guide di viaggi, libri, articoli.

La mia passione è diventata così il mio lavoro, la mia professione. Una passione inalterata nel tempo che mi ha consentito di scoprire e conoscere sempre nuovi paesi.

Un primo viaggio indonesiano l'ho compiuto nel 1977, cui è seguito un intenso lavoro di studio e di ricerca sulle isole principali dell’arcipelago e la pubblicazione nel 1981 della prima edizione della guida. Un secondo viaggio nel 1983, nuove ricerche e studi, ed ecco la seconda edizione ampliata e aggiornata rispetto alla precedente. Un terzo viaggio nel 1990 per la terza edizione. Ovviamente ancora una volta ampliata, aggiornata e riveduta, come le precedenti, alla luce di quanto stava mutando in Indonesia. Nel 1995 il quarto e lungo viaggio per un’altra edizione. Tutte pubblicate dalla Clup.
E poi altri viaggi per scrive le varie edizioni della guida Indonesia pubblicate da Guide Moizzi, compresa questa fresca di stampa.
Di edizione in edizione la guida si è arricchita di nuove parti e ha cercato di stare dietro alle innovazioni accelerate di questo Paese proteiforme. Adesso la guida comprende l’territorio indonesiano: da Sumatra a Giava, a Bali, a Lombok, alle isole più sperdute di Nusa Tenggara e a Sulawesi, dal Kalimantan, alle Molucche e a Papua.
In questi anni molte cose sono mutate, molte sono rimaste le stesse. Il sottile filo dei ricordi è stato ripreso nel percorrere strade già percorse, nello scoprire luoghi diversi, nel conoscere nuove persone. Tutto questo mi ha aiutato a lavorare meglio, eliminando dalla guida alcune imprecisioni e molte ingenuità legate agli schematismi di quegli anni, ad approfondire determinati argomenti (in particolare quello dell’ambiente), a registrare i cambiamenti nella situazione sociale, a rendere più aggiornate le informazioni pratiche e gli itinerari. O almeno spero che sia così.

Pietro Tarallo, nato a Firenze il 21 giugno 1941, risiede a Pieve Ligure (Genova). Nomade per vocazione, sedentario per scelta. Un karma il suo che l’ha
portato ancora oggi a fare la valigia (la più leggera e essenziale posssibile) e partire. Per conoscere, scrivere, parlare, ricordare, pensare, sognare e fotografare. Ha scritto oltre 80 libri fra guide turistiche, testi geografici e libri footografici, dedicati all’Italia, all’Europa, all’America, all’Africa Australe,
al Medio Oriente, all’India, al Sud-Est Asiatico, alla Cina, all’Australia, Monasteri del Mondo, dell’Europa e dell’Italia relativi alle varie religioni.
Organizza dal 2007 Il Salotto del Viaggiatore dove racconta i suoi viaggi e quelli dei suoi ospiti.
Dal novembre 2016 al 2022 è stato Presidente della Neos - Fotografi, giornalisti e operatori culturali di viaggio associati, di cui dal 2023 è Presidente Onorario, e dal 2024 fa parte del direttivo (neosnet.it).

Stretta fra grandi masse d’acqua oceaniche, l’Indonesia ha le caratteristiche tipiche del clima equatoriale oceanico, con temperature elevate e costanti (medie intorno ai 27°-30°C) per tutto l’anno; un’escursione termica giornaliere maggiori di quelle stagionali (a Jakarta vi è una differenza stagionale di soli 2°C); piogge abbondanti e ben distribuite su tutto l’arcipelago (1.800 mm in media).
La differente altitudine e l’enorme estensione dell’arcipelago influiscono notevolmente sulle caratteristiche del clima: sopra i 1.000 m, di notte fa freddo e anche durante il giorno la temperatura si mantiene su valori non molto elevati. Si fa sentire anche l’influenza dei monsoni che sono la causa principale delle precipitazioni durante l’anno. Vi sono due sole stagioni: una umida (da novembre a marzo), in cui piove abbondantemente, e una secca (da aprile a ottobre), in cui le precipitazioni sono molto scarse.

La particolare umidità delle zone occidentali consente lo sviluppo di giungle di tipo equatoriale-monsonico che coprono il 64% della superficie del Paese. Qui crescono circa 40.000 specie di piante, fra cui 250 tipi di bambù, 150 varietà di palme, ibischi, gelsomini, bougainvillee, loto, orchidee; alberi giganteschi dai legni pregiati (tek, ebano, sandalo, banyan); i fiori più grandi del mondo, la Rafflesia Arnoldi, che raggiunge anche un metro e mezzo di diametro, e l’Amorphophallus Titanum, che supera il metro d’altezza.
A mano a mano che si procede verso oriente le foreste diminuiscono, si fanno più rade, compaiono regioni aride e la vegetazione è molto simile a quella australiana: si trovano zone savaniche e specie arboree di tipo xerofilo. In alcune isole dell’arcipelago è diffusa la savana (Giava Orientale, Piccole Isole della Sonda, regioni del Borneo), che ha sostituito la foresta primitiva, distrutta dai coltivatori nomadi con il fuoco e non rinnovatasi per la scarsa piovosità di questi territori. Vi prevalgono l’erba alang-alang (Imperata cylindrica) e altri tipi di erbe, alte anche 2 o 3 m, come il Saccaharum spontaneum. Nelle regioni dove la giungla non è stata intaccata, la foresta si estende fino a 1.000-1.500 m d’altitudine. Oltre si incontrano alcune specie proprie dei climi temperati: querce, lauracee, conifere insieme a lamponi, fragole, mirtilli e violette. Si aprono paesaggi molto simili a quelli alpini.
Ad altezze inferiori ai 1.000 m, le musacee, le zinziberacee (zenzero e cardamomo), begonie, bromeliacee e stelle di Natale, alte come alberelli, costituiscono un complesso intricato molto suggestivo. Lungo le coste, oltre alle proverbiali palme, vi sono rigogliose formazioni di mangrovie. Le palme, una delle maggiori ricchezze arboree dell’Indonesia, sono presenti in modo diverso a seconda della natura del luogo: nelle regioni basse vi sono la Corypha umbraculifera e la Corypha gelanga; in quelle più umide si trova la palma nipa, soprattutto a Giava e Sumatra; diffusa quasi ovunque è la palma areca, da cui si ricava la noce di betel; nelle isole più orientali è presente la palma del sagù (Metroxylon sagus); dappertutto vi sono le palme da cocco e quelle rampicanti, come la canna d’India che avvolge con i suoi intricati viluppi le piante vicine ed è utilizzata per innumerevoli usi dalle popolazioni locali.

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Molto appetitosa e creativa, anche se semplice e basata sui prodotti che ogni isola produce, la cucina indonesiana regala gusti e sapori inediti. Si fa largo uso di spezie, in particolare del sambal (salsa al peperoncino) e anche del riso (padi è quello coltivato, mentre nasi è il nome che viene dato al riso quando è cotto).
Il riso è componente fondamentale di appetitosi piatti come: il nasi goreng, riso fritto con cipolle, aglio, peperoncino, legumi, gamberi, piccoli pezzi di carne di bue o di pollo (a richiesta viene servito anche con uova fritte); nasi campur, riso bollito misto con un uovo affrittellato, un pugno di fagioli al chili, germogli di soia, pezzi di pollo, un bolo di chili pastoso; nasi putih, riso bollito che accompagna solitamente tutti gli altri piatti.
Componente fondamentale della dieta degli Indonesiani, il pesce viene cucinato in vari modi, ma soprattutto fritto (ikan goreng). Il krupuk è una specie di impasto di gamberetti, farina di pesce, riso e grano a forma di sottile pizza rotonda non lievitata.
Il gado gado (verdure con salsa di arachidi), insieme ai sate (spiedini di carne), è un altro piatto tipico locale. A Bali si gusta il babi gulig (maiale alla spiedo ripieno di peperoncino, curcuma, aglio e zenzero) e a Sumatra il Padang Food (piattini con varie pietanze, tutte speziatissime). I vari piatti sono tutti serviti contemporaneamente sul tavolo, ma alla fine si paga solo quello che si è mangiato.

Le mete Unesco

Nel 2024 i siti Unesco iscritti come patrimonio dell’umanità sono 10, mentre 19 sono le candidature per le nuove iscrizioni.

Complesso del Tempio di Borobudur
Tempio buddista del VIII-IX secolo, al centro di Giava.
Complesso del Tempio di Prambanan
Risalente al X secolo, dedicato a Shiva, a Giava, non lontano dal Borobudur.
Parco nazionale di Ujung Kulon
Situato nell'estrema punta sud-occidentale di Giava, comprende anche la riserva naturale di Krakatoa. Vive il rinoceronte di Giava in pericolo di estinzione.
Parco nazionale di Komodo
Isole vulcaniche ad est di Lombok abitate da una popolazione di circa 5700 lucertole giganti.
Sito dei primi uomini di Sangiran
Nel centro d Giava, a 15 km a nord di Surakarta, dove si sono trovati resti fossili del Pithecanthropus erectus.
Parco nazionale di Lorentz
Nel centro di Papua, con i suoi 2,35 milioni di ettari è la più grande area protetta del Sud Est Asiatico, ha un alto livello di biodiversità.
Patrimonio della foresta tropicale di Sumatra
Con i suoi 2,5 milioni di ettari di foresta pluviale tropicale comprende il Parco nazionale Gunung Leuser, il Parco nazionale di Kerinci Seblat e il Parco nazionale Bukit Barisan Selatan dove vive anche l’orango di Sumatra.
Paesaggio culturale della provincia di Bali
Costituito da cinque terrazzamenti di riso e dai loro templi d’acqua che si estendono su 19.500 ettari.
Patrimonio della miniera di carbone di Ombilin a Sawahlunto (Sumatra)
Esempio di archeologia industriale e di un sistema integrato di estrazione e lavorazione del carbone risalente alla dominazione olandese dell’isola.
Asse cosmologico di Yogyakarta e i suoi monumenti storici
Fondato nel XVIII secolo, è il centro delle tradizioni culturali giavanesi.

Nelle Filippine con i bambini

L’Indonesia è estremamente vasta e impegnativa da visitare, è consigliabile portare i figli solo se sono abbastanza grandi da affrontare disagi e apprezzare le bellezze naturali e storiche del Paese.
Cibo. Evitare gli alimenti venduti dai warung (bancarelle) e scegliere solo ristoranti puliti e sicuri.
Da vedere. Di facile accesso e interessanti per i piccoli viaggiatori sono a Sumatra il Lago Toba, a Giava Yogyakarta e i siti religiosi della zona, a Bali i templi e le spiagge di Lombok.
Salute. Attenzione alle insolazioni, alla disidratazione e agli spostamenti lunghi e faticosi. Meglio utilizzare aerei, auto noleggiate e pullman di lusso.

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Consigli di lettura

J. Conrad, Opere Complete e Romanzi della Malesia, Mursia. Fra gli altri, si consigliano Lord Jim e La linea d’ombra. Il romanziere di origine polacca viaggiò attraverso i mari indonesiani e ne avvertì tutta la magia.

E. Modigliani, L’isola delle donne - Viaggio a Engano, EDT. È la cronaca in presa diretta del viaggio fatto nel 1886 dall’esploratore-naturalista a Sumatra, Nias e nelle Mentawai.

E. Fasolini, Amare con tenerezza, EMI. La vita di padre Giuseppe Arnoldi, missionario saveriano, che ha vissuto 15 anni in Indonesia.

L'indonesiano

Si parlano circa 300 lingue e un migliaio di dialetti. Molto diffusi sono il giavanese e il sundanese, nati a Giava e propagatisi nelle isole con il crescere della potenza dei regni giavanesi. La lingua ufficiale è il bahasa indonesia, sorto dall’esigenza di dare una lingua nazionale e unitaria al Paese. Nel 1928, durante un congresso di studiosi e linguisti, nacque ufficialmente questa nuova lingua, la cui formazione fu dovuta anche alla spinta delle pressioni esercitate dai gruppi politici che lottavano per l’indipendenza. Essa è il frutto di un’elaborazione ex novo, prendendo elementi da vari idiomi, quali: malese, olandese, inglese, arabo, portoghese, sanscrito e cinese.

Sex Mountain

Un antico rituale si celebra in Indonesia che vede uomini sposati, casalinghe, politici e prostitute recarsi in processione verso Gunung Kemukus, santuario su di una collina, nelle vicinanze di Solo, al centro di Java, che attira ogni anno più di 10.000 pellegrini che devono fare sesso “adultero e sacro” per sette volte con un estraneo con la speranza di ingraziarsi la buona sorte. Il rituale giavanese affonda le sue radici nella leggenda risalente al XVI secolo che racconta di Pangeran Samodro, giovane principe indonesiano, innamorato della sua matrigna a tal punto da fuggire con lei sulla montagna dove, proprio mentre stavano facendo sesso, furono catturati, uccisi e sepolti. Dove furono deposti i corpi adesso sorge questo santuario e da allora si crede che chiunque riesca a concludere l'atto sessuale per sette volte avrà fortuna, a differenza dei due sfortunati amanti. è singolare che tale liturgia, unica al mondo, resista proprio in un Paese in cui la religione e la legge vietano il sesso fuori dal matrimonio, e che è diventata così popolare da spingere il governo locale a renderla una sorta di attrazione turistica, convincendo ambulanti e artisti di strada a stabilirsi in maniera permanente sulla montagna.

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