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Gerusalemme, IL
9:40 pm, Gennaio 13, 2025
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ISRAELE
TERRITORI PALESTINESI

Un cuneo di terra fra mare e deserto,
accogliente per vocazione.

archeologia IsraeleNome ufficiale: Medinat Yisra’el (ebraico), Dawlat Isrā’īl (arabo)
Sigla nazionale: ISR (Israele); PSE (Territori Palestinesi)
Forma di governo: Repubbliche parlamentari
Divisione amministrativa:Israele: 6 distretti principali (mehozot), 13 sub-distretti (nafot)
Territori Palestinesi: Cisgiordania (West Bank)Striscia di Gaza, Gerusalemme Est

Capitale: Gerusalemme (Non riconosciuta da gran parte della comunità internazionale)
Superficie: 21.937 kmq (Israele); 5.640 kmq (Territori Palestinesi)
Popolazione: 8.787.045 ab. (Israele); 5.350.000 ab. (Territori Palestinesi)
Densità: 402 ab/kmq
Lingua: Ebraico, arabo

Religione: Israele: Ebraismo 78% Islam 18% Cristianesimo 2% Territori Palestinesi: Islam 85%, Ebraismo 14%

Documenti: necessario passaporto con validità di almeno sei mesi dalla data di ingresso. Visto d’ingresso non richiesto per soggiorni fino a 90 giorni di permanenza.
Valuta: New Israeli Shekel (NIS)

SCENARI

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Carla Diamanti

Organizzare un viaggio in Israele significa vivere un'esperienza che ribalta tutte le aspettative. Credi di andare (solo) in Terra Santa e ti ritrovi in un universo fatto di volti, cucine, culture, architetture. Di deserto e di acqua, di pesci multicolori e di pinnacoli di calcare, di cupole, minareti, di codici di comportamento e di abbigliamento. Di riti, di divieti, di trasgressione. Di passato e di futuro. Insomma, questo è il posto in cui arrivi con un'idea e parti con innumerevoli spunti per ritornare.

I pregiudizi sul paese sono il timore delle domande che vengono fatte al momento di partire, o l'apposizione del visto di ingresso sul passaporto. In entrambi i casi sono circostanze che si superano in maniera estremamente facile. L'altro pregiudizio è la sicurezza.

Tra gli aneddoti che mi piace ricordare c'è quello legato proprio alla prima stesura di questa guida. Per una singolare serie di coincidenze avevo telefonato a una persona diversa da quella che dovevo effettivamente incontrare. Ci siamo dati appuntamento in una stazione di servizio nel cuore del deserto del Negev dove lui sarebbe venuto a prendermi. Quando ha parcheggiato davanti casa sua ci siamo resi conto dell'equivoco: io non ero una turista che voleva affittare la sua stanza e lui non era il tour operator che viveva nel kibbutz di cui dovevo scrivere. Mi ricordo di essermi seduta sugli scalini e di essere scoppiata a piangere. Lui mi ha offerto di fermarmi sua ospite per la notte e il giorno dopo mi ha accompagnato a destinazione. Le amicizie nate in seguito a quell'episodio accompagnano ancora la mia vita professionale e personale.

Il clima è di tipo mediterraneo nel Nord e di tipo arido nelle regioni del Sud, dove prevalgono condizioni di tipo subtropicale, sia nei mesi estivi che in quelli invernali. Gli inverni sono miti, ma possono diventare freddi nelle zone collinari. Nelle zone del Mar Morto e del Mar Rosso, il clima è molto gradevole anche d’inverno, ma l’acqua può essere fredda. L’estate è lunga, calda e asciutta nella maggior parte di Israele, ma diventa umida sulla costa. Le precipitazioni in inverno si alternano a giornate di sole, mentre nella stagione estiva sono piuttosto scarse.

Nelle zone settentrionali, più ricche d’acqua, abbondano le foreste di alloro, mentre nei deserti meridionali si trovano acacie, fiori selvatici, iris, tulipani e palme da dattero, a cui si aggiungono le piante tipiche della macchia mediterranea.
Tra le specie animali vanno citati il leopardo, la iena e la lince, oltre a volpi, stambecchi, orici e gazzelle. Nel deserto vivono varie specie di rettili. Ma nel panorama faunistico israeliano un posto di rilievo spetta agli uccelli, che fanno di Israele una delle principali tappe sulle rotte migratorie.

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La Cucina Kasher

Kasher, o nella versione yiddish kosher, significava originariamente adatto, conforme, ed è lo stile adottato in cucina in base alla kasheruth, ossia la regola alimentare prescritta dalla religione ebraica. Sono permessi tutti i tipi di frutta e verdura ed esistono regole per la macellazione degli animali e per la conservazione dei cibi. Tra le regole per la conservazione e per il consumo degli alimenti, quella principale impone che carne e prodotti derivati del latte non possano essere riposti nello stesso posto, e non possano essere cucinati insieme (Esodo 23,19: Non farai cuocere il capretto nel latte di sua madre), né possono essere consumati durante il medesimo pasto. Generalmente alberghi e ristoranti israeliani si attengono alle regole kasher.

Maktesh Ramon

Vale assolutamente una tappa il deserto del Negev con il cratere di Maktesh Ramon da esplorare a bordo di jeep fuoristrada, con le spettacolari formazioni rocciose e gli splendidi panorami di Ein Avdat con la valle di Zin. Di qui passava la Via delle Spezie, lungo la quale i Nabatei hanno lasciato tracce dei loro insediamenti.

A Gerusalemme con i bambini

A rendere unico il Parco Zoologico situato a sud della città, è una sezione speciale in cui sono accolti tutti gli animali menzionati nella Bibbia. Come gli altri, non sono custoditi in gabbie. Il giardino offre percorsi di visita e numerose attività di formazione anche per bambini. Il Museo delle Scienze offre dimostrazioni, esibizioni, laboratori e visite guidate nel mondo delle scienze. Molto interessante anche per i bambini.

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Venerdì, sabato e domenica

L’eterogeneità religiosa di un Paese come Israele si manifesta in molte occasioni: tradizioni, abbigliamento, abitudini alimentari, feste e anniversari. Diverso è anche il giorno di riposo, quello che i fedeli dedicano al Signore. Le tre grandi religioni monoteiste, che qui hanno un peso diverso, ma che sono comunque presenti, osservano distinti riposi settimanali.
Il venerdì (dal tramonto del giovedì) è osservato dai musulmani; l’intera giornata di sabato (dal tramonto del giorno precedente a quello dello stesso sabato) si interrompono le attività per gli ebrei; la domenica è santificata dagli osservanti cristiani.

La lingua ufficiale è l’ebraico, cui si affiancano l’arabo e l’inglese, molto diffuso e insegnato nelle scuole. A seguito della grande immigrazione, sono conosciuti anche francese, spagnolo, tedesco, russo (dopo il recente flusso immigratorio è stata addirittura presentata la proposta di introdurre il russo tra le lingue ufficiali), polacco e ungherese. Vi si parlano anche lingue derivate dall’ebraico e sviluppatesi nelle aree della diaspora, prima di essere di nuovo importate in Israele.

Kibbutz e Moshav

Sono le due unità di produzione sulle quali poggia le basi l’agricoltura israeliana. Fondate entrambe su criteri di tipo collettivista e sulla mutua cooperazione dei membri, ancora oggi identificano un modo di vita che, pur con le dovute mutazioni, continua a sopravvivere e a contribuire in maniera rilevante all’economia del Paese. Il kibbutz (plurale kibbutzim) prevede la proprietà comune e la pari ripartizione di lavoro, spese e guadagni. Il moshav (plurale moshavim) è invece una cooperativa di piccoli proprietari. I kibbutzim costituiscono una scelta ideale per le famiglie con bambini, perfetti per chi volesse godersi la natura e il lago fuori della calca dei centri principali perché generalmente si trovano sempre fuori delle città.

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